Il giorno 05/03/25 ho partecipato da Tecnico ma anche da cittadino ad uno degli incontri organizzati dal comune per la presentazione della bozza del nuovo Piano Strutturale di Santa Maria a Monte.
Il Piano Strutturale, al quale seguirà il Piano Operativo, è il vero strumento di programmazione strategica di un territorio, ovvero va inteso quale strumento dove la pianificazione urbanistica, che segue le norme vigenti, si incontra con le strategie di programmazione politica che prevede lo sviluppo del nostro territorio verso ciò che saremo, o dovremo essere, nei prossimi 10 – 20 – 50 anni. Quindi è questo il vero strumento urbanistico idoneo a esplicitare la visione politica di un amministrazione perchè disegna le strategie future dello sviluppo e ne determina i riferimenti fondamentali.
Per quel che ho potuto ascoltare e capire dalla illustrazione fatta dalla giunta e dai tecnici estensori; dato che la cartografia e le norme saranno rese pubbliche e consultabili solo dopo la fine di questi incontri; mi sento di avanzare da subito alcune osservazioni e considerazioni come contributo avanzato nel pieno spirito di collaborazione come peraltro proprio la norma regionale auspica e promuove (dicesi Percorso partecipativo):
1 – LAVORO DEI TECNICI:
Nulla da dire circa il lavoro dei tecnici incaricati che ovviamente hanno pienamente illustrato le linee principali del futuro sviluppo del territorio comunale che andrà necessariamente verso una stagione di recupero e riuso dei beni e delle risorse esistenti, congelamento o limitazione dell’uso del suolo, sostenibilità dello sviluppo e difesa e salvaguardia del territorio; definizione delle nuove UTOE con attenzione all’equilibrio fra aree antropizzate e aree agricole.
2 – DIFESA DEL TERRITORIO:
Dal punto di vista Geologico mi sembra corretto porre particolare attenzione ai nuovi insediamenti collinari evitando aree di nuova espansione su terreni fragili; dal punto di vista idraulico viene individuata una fascia fra i collettori di pianura dove indirizzare risorse pubbliche e private per opere destinate ala mitigazione del rischio idraulico.
Ciò che emerge con chiarezza purtroppo è il fatto che comunque opere strutturali per la difesa idrogeologica non sono previste ne prevedibili nei prossimi anni, anche da parte di interventi regionali e/o nazionali e la gran parte della popolazione già insediata rimane a rischio senza nessuna prospettiva di soluzione, fosse anche a lungo termine.
Credo che proprio il Piano Strutturale debba essere lo strumento tramite il quale si immaginano strategie di riconversione delle zone classificate pericolose anche introducendo il concetto della perequazione al fine di immaginare, senza imporre niente a nessuno, che nei prossimi anni ( 50 – 100 anni) possano essere messe in atto strategie di ricollocazione di alcuni insediamenti antropizzati e industriali; fosse solo per fissare un concetto mai affrontato dalla politica in generale, ovvero: <la difesa del suolo non può essere delegata solo ai comuni e che quindi gli stessi, in assenza di soluzioni strategiche e risorse trasferite da enti superiori, debbano tutelarsi di fronte ai propri cittadini mettendo al primo posto la sicurezza ambientale e delle persone già insediate; lo sviluppo futuro, per una amministrazione comunale, dovrebbe essere secondario rispetto a questa priorità >.
3 – STRATEGIE INTERNE E SOVRACOMUNALI: Non mi sembra emerga (almeno dalle bozze in visione) nessuno studio relativo al raccordo con lo sviluppo previsto dai comuni confinanti e, ancor meno, con i due territori a noi contigui: il Valdarno e la Valdera.
Proprio il Piano Strutturale può essere lo strumento ideale per delineare politiche di sviluppo strategico che riguardano ad esempio i seguenti argomenti:
a) LA SCUOLA e in genere l’organizzazione delle strutture scolastiche nei vari gradi ed indirizzi in rapporto ad una popolazione che invecchia ed una necessaria difesa di qualità rapportata alle politiche di area vasta. A mio giudizio nulla sembra emergere riguardo a scelte strategiche per difendere la scuola esistente nelle nostre frazioni; una scuola ad oggi sempre più difficile da difendere nei numeri degli alunni per classe in rapporto all’invecchiamento della popolazione che indica ulteriori cali di utenza nei prossimo anni.
b) LE STRUTTURE SPORTIVE E I SERVIZI IN GENERE: Anche in questo caso il Piano Strutturale sembra non porsi la questione della sostenibilità dei poli sportivi e dei servizi in un comune come il nostro che ha tante frazioni in rapporto al numero di abitanti e troppi poli sportivi e servizi al punto di non avere sempre sufficienti risorse per farne fronte. Non dico di avere una soluzione ma dico che il Piano Strutturale dovrebbe almeno rispondere alla sostenibilità di ciò che esiste sul territorio in rapporto alla capacità di spesa dell’istituzione ed all’utenza esistente e prevista da qui ai prossimi anni.
c) SANITA’ TERRITORIALE: dopo gli anni del COVID sembrava avessimo capito che la vera strategia per i territori dovesse essere puntare su una sanità territoriale sempre più organizzata e capillare, competente, integrata con le realtà associative che operano in campo socio-sanitario e con i medici di medicina generale.
Quanto detto in un quadro generale di pianificazione territoriale pensando ad un vero polo salute coordinato con le case della salute che stanno nascendo intorno a noi nel valdarno e nella valdera, immaginare un area strategica e attrattiva rispetto a ciò che esiste intorno a noi sarebbe secondo me essenziale e lo stesso Piano strutturale dovrebbe, a mio parere, affrontare questo tema se vogliamo difendere la sanità territoriale oggi molto disgregata.
d) PIP ED AREA INDUSTRIALE: Come ho avuto modo di scrivere in passato giudico positivo che la Bozza del Piano Strutturale prenda in considerazione il rilancio dell’area PIP a Ponticelli che peraltro è quasi tutta di proprietà pubblica; credo positivo anche eliminare aree di sviluppo mai attivate. Auspicherei che il Piano Strutturale fosse anche lo strumento strategico di armonizzazione di quest’area nell’ottica delle aree industriali e servizi all’impresa rimanenti in tutto il distretto del Valdarno raccordandosi alle altre scelte di pianificazione degli altri comuni nei rispettivi Piani Strutturali circa questo argomento.
e) INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO: Credo sarebbe una grande occasione se il Piano Strutturale riprendesse le analisi e le ipotesi di sviluppo delle aree soggette ad ospitare i ripetitori della telefonia mobile e provi ad indicare aree deputate allo sviluppo eventualmente futuro nel rispetto ed in coerenza con il Piano delle Antenne (di cui il comune dovrebbe esser dotato) al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere le aree ospitanti tassativamente di proprietà pubblica.
f) ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI: Alla luce delle spinte normative sempre più incentivanti le forme di recupero energetico da energia rinnovabile facilmente attivabili dai privati; credo sarebbe essenziale individuare, se fattibile, aree deputate ed aree da rispettare in base alla tipologia delle eventuali richieste che, sicuramente, arriveranno sempre più numerose in futuro.
4 – CONCLUSIONI
Trattasi a mio parere di questioni essenziali per lo sviluppo futuro del nostro comune che dovrebbero essere affrontate proprio in questa fase e con questo strumento che, da ciò che ci è stato possibile vedere in questi incontri (ci riserveremo un approfondimento maggiore quando saranno pubblicamente disponibili i documenti), non vengono ne analizzate ne affrontate e quindi neppure pianificate rischiando di perdere la vera opportunità che lo strumento del Piano Strutturale stesso mette nelle mani delle Amministrazioni Comunali.
Quanto scritto vuol essere un intervento costruttivo in quanto la stessa legge regionale prevede per questo un percorso partecipativo che dovrebbe perciò contribuire alla stesura definitiva prima dell’adozione e dell’iter di approvazione definitiva.